Come scegliere un campo estivo ai tempi della covid-19 (ma anche in tempi normali)

In quest’anno particolare mi sono ritrovata nella duplice condizione di consulente per l'applicazione dei protocolli Coronavirus per l'avvio delle attività post lock-down e di mamma di due bambini che, dopo mesi chiusi in casa, ritenevo avessero il diritto di potere relazionarsi con altri bambini e di giocare all’aperto, con le dovute cautele. Tra l’altro i miei figli hanno da sempre frequentato ogni anno per un mese abbondante i centri estivi, dai tre anni nelle ludoteche e poi dai 6 anni, nei centri estivi diurni.

Inoltre quest’anno ho trasmesso loro, senza alcun tipo di problema né trauma, come igienizzare le mani cantando una canzone, la necessità di indossare le mascherine e l’impossibilità per un po' di tempo di potere abbracciare e baciare chi non è uno stretto familiare, tanto che il saluto gomito-gomito lo trovano anche divertente.

Premetto che i miei figli non stanno frequentando il primo campo estivo a cui li ho iscritti. Lo hanno frequentato tre giorni, dopo di che ho chiuso il rapporto con questo centro perchè, indipendentemente dalla Covid-19, l’organizzazione di un campo estivo è una cosa seria. Se poi non si rispettano neanche le regole anti-contagio basilari (distanziamento, mascherine ove necessario, le minime regole di igiene) il risultato è che è opportuno scappare a gambe levate. Noi genitori affidiamo i nostri figli a queste strutture e dobbiamo avere la certezza che le attività siano svolte nel rispetto della sicurezza, di qualsiasi tipo di sicurezza si parli, delle regole e delle leggi in vigore.

Quindi ho pensato di mettere a disposizione la mia esperienza di consulente-mamma. 

E di cosa dobbiamo tenere conto nella scelta di un buon campo estivo?

Sicuramente principalmente degli interessi del bambino. Quindi, scegliamo il campo ideale adatto ai suoi gusti.

A questo punto, la cosa migliore è fare una prima visita senza il bambino. Se non fosse possibile, e in epoca Covid è probabile che vi venga vietato l’accesso al campo, parlate con il responsabile del campo estivo. Un campo estivo serio dovrebbe comunque già avere un sito internet o una pagina Facebook in cui potete verificare chi è l’organizzatore e in cui sono pubblicate buona parte delle informazioni sull’organizzazione del campo, quest’anno integrate con le informazioni sulle misure di sicurezza Covid e le autorizzazioni all’apertura.

Potete così verificare di persona:

  • Le attività svolte: deve essere presente un programma settimanale di massima in cui potete verificare come i bambini passeranno la giornata, quali attività ludiche vengono organizzate a seconda dell'età, se è previsto l’intervento di animazione esterna, gite, giornate in piscina, momenti di relax, spazio compiti, ecc. Il campo estivo deve essere comunque un’occasione di crescita per il bambino: deve imparare a relazionarsi con gli altri, fare nuove esperienze. In un buon campo estivo gli educatori sono coinvolti nella programmazione settimanale delle attività e hanno un ruolo fondamentale nel coinvolgimento del bambino nel gruppo.
  • In epoca Covid:

  • L’accesso al campo estivo è limitato ai bambini, gli accompagnatori non possono accedere agli spazi dedicati. Deve essere prevista una postazione di accoglienza esterna in cui viene registrato l’accesso del bambino previa misurazione della febbre (senza registrazione del dato) e igienizzazione delle mani. Il bambino viene riconsegnato alla postazione di uscita senza che l’accompagnatore abbia accesso agli spazi del campo estivo.
  • Devono essere definiti gruppi di massimo 7 bambini affidati ad un educatore, supportato eventualmente da un volontario, e la composizione dei gruppi/educatore/volontario deve essere il più possibile statica. Ovvero per l’ovvio contenimento di un’eventuale positività, quest’anno si devono evitare il più possibile le interazioni tra i vari gruppi. Considerato che i gruppi sono logicamente creati in base all’età, non è difficoltoso tenerli separati in quanto in base all'età dei bambini sono organizzate attività diverse.
  • Le attività organizzate all’esterno del campo devono prevedere il protocollo per il trasferimento del bambino, il protocollo della struttura presso la quale soggiornerà il bambino, il protocollo per la somministrazione del pasto “in trasferta”. Molti campi estivi hanno scelto di non fare trasferte, proprio per ovviare a tali procedure, effettivamente  eccessive anche se necessarie, limitandosi ove possibile a passeggiate nei parchi.
  • Devono essere utilizzate le mascherine come previsto dalla legge vigente in ciascuna Regione: in linea di massima non sono necessarie per le attività di gioco svolte all’aperto. Vanno invece indossate nei momenti in cui non è possibile garantire il distanziamento e per le attività svolte al chiuso.
  • Devono essere disponibili postazioni con igienizzante per le mani per l’igienizzazione frequente. Anche in questo caso è l’educatore che accompagna i bambini ad abituarsi, anche in modo giocoso, a questa prassi.

  • Gli educatori: svolgono un ruolo fondamentale e sono le persone che stanno a contatto col bambino per l’intera giornata e ne garantiscono la sicurezza e l’incolumità. Sono gli adulti che hanno la responsabilità del bambino a loro affidato. Devono essere presenti, avere sempre tutto sotto controllo. Devono essere competenti, avere esperienza nel settore e delle procedure di emergenza. E’ opportuno che abbiano frequentato un corso di primo soccorso e che conoscano le manovre di disostruzione, come la Manovra di Heimlich, e che siano in grado di far fronte ad eventuali emergenze tipiche di alcuni territori (incendio, eventi sismici, alluvioni, ecc).
  • In epoca Covid: gli educatori devono essere formati sulle regole di contenimento del Coronavirus e sulle modalità di gestione dei bambini relativamente al Coronavirus.

  • I servizi igienici: devono essere ovviamente puliti. In epoca Covid il WC deve essere igienizzato giornalmente e ad ogni utilizzo. Cosa significa? Che deve esserci qualcuno incaricato di accompagnare il bambino in bagno e di igienizzarlo dopo l’uso. Questo ruolo è svolto in genere dal volontario, perché l’educatore non può abbandonare il gruppo di cui è responsabile.

  • I pasti: deve essere chiara come avviene la gestione dei pasti. Ci pensa un catering? C’è un accordo con un ristorante? C’è una cucina interna alla struttura? A parte avere la certezza che il bambino sia adeguatamente nutrito con pasti equilibrati, va richiesta la garanzia che vengano rispettate le norme di igiene alimentare HACCP, deve essere garantita la tracciabilità dei fornitori e le persone che eventualmente cucinano e servono i pasti devono avere l’attestato HACCP. La mancanza di una minima pianificazione dei pasti è sinonimo di mancanza di sicurezza e di igiene dal punto di vista alimentare, con i conseguenti rischi di intossicazione, intolleranze, ecc
  • In epoca Covid i pasti devono essere serviti in contenitori monoporzione usa e getta o comunque non devono essere forniti in modalità self-service. I piatti, posate, ecc. devono essere usa e getta oppure sanificati in lavastoviglie a 60° per almeno mezz’ora. L’area mensa deve essere idonea allo scopo, igienizzata e devono esserci gli spazi adeguati al numero di bambini che vi devono accedere senza creare assembramenti e garantendo il distanziamento, eventualmente organizzando turni (previa igienizzazione al termine di ogni turno).

  • L’aspetto amministrativo: un campo estivo serio lo si identifica sin dalla fase di iscrizione. I documenti devono essere intestati ad un’organizzazione o ad un’associazione regolarmente registrate e le ricevute di pagamento devono riportare i dati fiscali dell’organizzatore. Deve essere chiaro l’aspetto assicurativo e le coperture previste. I bambini giocano e possono farsi male. Meglio conoscere gli eventi e i danni rimborsabili e i massimali, per evitare brutte sorprese. O addirittura scoprire che non esiste assicurazione.
  • In epoca Covid: i campi estivi devono essere autorizzati dal Comune e dall’ASL territorialmente competenti previa presentazione di un progetto ben dettagliato conforme alle linee guida allegate al DPCM 11/06/2020 e s.m.i. e alle varie ordinanze di Regione Lombardia. Richiedete tale autorizzazione (delibera comunale, autorizzazione specifica, o altro documento ufficiale rilasciato dal Comune).

  • I costi: i costi variano soprattutto in base alle attività extra proposte. Il campo che propone la piscina, il corso di inglese, il corso di tennis avrà sicuramente un costo maggiore di un campo che non propone attività extra. A parità di servizi proposti, una eccessiva disparità di costo può significare che dietro il costo minore ci sia una minore attenzione alla sicurezza dei bambini (mancanza di assicurazione, pasti fatti in casa, educatori improvvisati, non formati e non in regola, scarsa attenzione alle regole igieniche, ecc). In epoca Covid il costo settimanale è di circa il 30% in più rispetto all’anno scorso, dovuto al fatto che è necessario un maggiore numero di educatori (quindi aumentano i costi del personale qualificato) oppure deve essere ridotto il numero di bambini a parità di costi fissi, i costi dei pasti sono maggiori per via delle monoporzioni e delle stoviglie usa e getta, i costi dei prodotti igienizzanti sono aumentati.

  • Evitare l’improvvisazione. Meglio cercare un’organizzazione che da anni svolge questo mestiere, ha personale formato e una struttura sicura e dedicata allo scopo in cui organizzare l’attività.

Infine: chiedete a vostro figlio cosa succede al campo estivo, lo stato dei WC, i pasti e le merende, se gli educatori sono presenti o se sono lasciati soli. Se qualcosa non va, cambiate centro. La loro sicurezza è fondamentale.